“Una valle rocciosa, profondamente incassata, una gola selvaggia alla frontiera italiana”.
Hermann Hesse definiva così le Gole della Breggia; questo solco profondo, crocevia di traffici di merci e persone da e verso le Alpi difficile da attraversare e controllare. Al suo imbocco presenta una pianura alluvionale denominata Molini di poco più di sei ettari colonizzata in epoca romana e sovrastata da preziose testimonianze dell'epoca medievale. Sullo sperone roccioso che domina l'imbocco delle Gole della Breggia, si trovano i resti del “Castrum Sancti Petri”. La rocca medievale, la cui esistenza è documentata a partire dal 1171, diede il nome a Castel San Pietro ed è legata ai vescovi di Como che la utilizzavano come residenza temporanea. Intorno ad essa erano riuniti dal punto di vista amministrativo, i beni vescovili facenti parte della Castellanza di Castel San Pietro ovvero Obino, Loverciano, Corteglia, Gorla, Balerna e Coldrerio. Poco sotto si trova invece la Chiesa di S.Pietro, in seguito denominata la Chiesa Rossa. Costruita dal vescovo di Como Bonifacio da Modena nel 1343, conserva uno dei più ricchi cicli di affreschi gotici del Ticino ed è monumento nazionale.
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Sebbene non più visibili, vi erano altre tre fortificazioni nell'area oltre a svariati guadi e ponti a testimonianza della particolare centralità e interesse esercitato da questo luogo nella storia. La toponomastica e i ritrovamenti archeologici dimostrano che le salubri e fertili aree collinari della regione sono state colonizzate a partire dalla fondazione della colonia romana di Novum Comum nel 59 d.C.